da Omero tratto dai libri XXII e XXIV dell’Iliade
Spettacolo di e con Alfonso Veneroso
approfondimento di
Antonietta Porro
docente di Lingua e letteratura greca Università Cattolica
I recenti e dolorosi fatti dell’Ucraina, e adesso anche quelli di Israele e Palestina, rendono tragicamente presenti, e più che mai attuali, temi come l’assedio, la lotta per la libertà, il “non senso” e la crudeltà della guerra.
In scena un reduce di uno dei conflitti dei nostri giorni dà vita alle parole di Omero, mostrando al pubblico la guerra in tutta la sua ferocia e “assurdità” e quali effetti essa abbia nella vita delle persone.
Dopo l’esaltazione dell’eroismo e dello scontro, il poeta sembra segnalarci, infatti, che ogni conflitto bellico non è solo devastazione di città e nazioni, ma soprattutto di vite umane: di “corpi e di anime”. Sia per chi è destinato a vincere come Achille, straziato dalla morte di Patroclo, sia per chi è destinato tragicamente alla sconfitta, come Ettore
e tutto il suo popolo.
