Fedone
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Dettagli evento
Spettacolo della Compagnia Carlo Rivolta
con Luciano Bertoli, Gabriele Reboni
e Nicola Cazzalini
regia di Nuvola de Capua
traduzione di Giovanni Reale
approfondimento di Vito Limone
docente di Storia del Cristianesimo Università San Raffaele
Atene, 399 a.C.: Socrate muore in carcere, ucciso da un potente veleno. Dopo circa un anno, Fedone, suo giovane amico e discepolo, narra ad altri amici e giovani filosofi le ultime ore del maestro
«La narrazione permette di rappresentare quelle ore facendo vivere, nel ricordo, i discorsi di Socrate oltre la sua stessa morte. Tre momenti scandiscono il racconto: l’introduzione, con la presentazione dei ragazzi presenti nella cella del carcere; la pausa di riflessione suscitata dai dubbi di Simmia e Cebete, filosofi pitagorici; la tensione finale dell’esecuzione. In queste ore drammatiche l’atmosfera tra Socrate e i suoi amici è quella di sempre: ci si interroga, ci si confronta fino alla fine con un’emozione mai tragica. Il filosofo si è preparato a questo viaggio per tutta la vita, cercando di vivere con “temperanza, giustizia, coraggio, libertà e verità”, perché solo chi è vissuto bene avrà una sorte migliore nell’aldilà. Le obiezioni di Simmia e Cebete producono una sensazione di sfiducia. Nascono dubbi. Socrate denuncia il pericolo più grande che potrebbe nascere da questa insicurezza: la morte del pensiero. Si deve continuare a cercare perché, anche se non si raggiungono certezze, si può e si deve sperare: “bello è il rischio di credere e grande è la speranza!”»
(Nuvola de Capua)