Ondina Valla
ven24gen19:30Ondina Valla19:30
3° STEP | Attestato docenti
Materiale didattico
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PER LE SCUOLE
Dettagli evento
Spettacolo di Lisa Capaccioli
con Lorenza Fantoni
audio | luci | video Giovanni Tammaro
produzione Centro Asteria
approfondimento di Sergio Giuntini, docente di Storia dello sport, presidente della Società italiana di Storia dello sport e dell’Associazione cronisti e storici dello sport
Un’atleta sullo sfondo di un’Italia nel pieno dei conflitti mondiali e della dittatura fascista.
Una vittoria olimpica, ma soprattutto un’affermazione ed emancipazione del genere femminile
Trebisonda Valla, detta Ondina (1916-2006), pioniera dell’atletismo femminile italiano, è la prima donna a salire sul podio olimpionico: alle Olimpiadi di Berlino del 1936 vince la medaglia d’oro negli ottanta metri a ostacoli e stabilisce il record mondiale
di 11’’6.
L’oro olimpico conferisce a Ondina immensa popolarità, divenendo simbolo per le ragazze italiane, e simbolo per il regime, di “sana e robusta costituzione”.
Donna e atleta: un binomio che nel passato ha destato clamori e disapprovazione. Cosa significa gareggiare, per una donna, in una società in cui alle donne era concesso ben poco? Cosa significa gareggiare in rappresentanza di un potere dittatoriale? Gareggiare era correre per vincere, allenarsi fino allo sfinimento, avere delle rivali che erano anche compagne di squadra; gareggiare era avere dei riconoscimenti che permettevano di emanciparsi dalla famiglia e dai ruoli sociali prestabiliti. Gareggiare era superare ogni ostacolo, nelle competizioni come nella vita.