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REPORTAGE CHERNOBYL

L’atomo e la vanga. La scienza e la terra.

29 gennaio 2020

regia Simona Gonella – con Roberta Biagiarelli
partecipazione straordinaria in video di Roberto Herlitzka
Presentazione di Mario Agostinelli ricercatore presso CCR di Ispra,
presidente dell’Associazione Energia Felice (ARCI)

“Più mi addentravo nella storia di Chernobyl, più mi rendevo conto che quello che stavo annotando sul mio notes non era né il presente né il passato, ma il futuro” (Svetlana Aleksievic)

La notte del 26 aprile 1986 all’una, ventitré minuti, cinquantotto secondi, vi fu la prima di una serie di esplosioni che distrussero il reattore ed il fabbricato della quarta unità della centrale elettronucleare di Chernobyl. In pochi minuti l’incidente, frutto di un tragico errore umano, si trasformò nel più grande disastro tecnologico del XX secolo.
La nube radioattiva che fuoriuscì provocò immediatamente la pesante contaminazione di un’area ancora oggi quasi del tutto disabitata (Chernobyl Exclusion Zone). Poi, spinta dai venti, la nube viaggiò in Europa e arrivò a sfiorare la costa orientale degli Stati Uniti.
Chernobyl è una perfetta metafora del mondo che ci circonda, del rapporto spesso perverso che abbiamo con la tecnologia, della disinformazione di cui siamo vittime rispetto ai grandi disastri ambientali, del rapporto bulimico che stringe le società occidentali in rapporto all’uso dell’energia.

Ne consumiamo sempre di più, per il soddisfacimento di quelli che riteniamo essere i nostri bisogni inalienabili, trascurando spesso l’impatto che questi hanno sullo stato di salute del pianeta. Ma Chernobyl è soprattutto la lucida realtà del rapporto antico tra l’uomo e la scienza o, per dirla con le parole di uno dei testimoni della tragedia: tra l’atomo e la vanga.

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tel. 028460919
lun – ven 9.30/12.30 – 13.30/16.30