“La parola ‘identità’ promette ciò che non c’è; ci illude su ciò che non siamo; fa passare per reale ciò che invece è una finzione: identità è una parola avvelenata. […] In un mondo fatto solo di ‘noi’ e nel quale le relazioni sono dominate dal perseguimento dei propri interessi, la logica dell’identità trova la sua piena realizzazione. È un mondo strapieno di beni, di merci, di ricchezza e desolatamente povero di relazioni e di progetti di convivenza.”
Da L’Ossessione identitaria, di Francesco Remotti.
Possiamo immaginare un diverso modo di impiegare le nostre risorse temporali, economiche e sociali, che non sia per fini personali? Ha senso dedicare il nostro tempo e le nostre energie a delle pratiche che siano, invece, collettive?
La pratica di laboratorio è qui intesa come un luogo di incubazione, di semina, di incontro, di scambio. All’approccio pedagogico, che punta esclusivamente al miglioramento delle capacità artistiche o all’investimento di tempo ai fini individuali, PERSONA vuole valorizzare un aspetto di sospensione e di condivisione del tempo: un tempo che non è investito, ma un tempo che viene dedicato. Un tempo dove le professioniste e i professionisti del teatro sono invitati a “stare nel mezzo”, a vivere una zona di compromesso con gli altri partecipanti, a creare e pensare la scena, non a partire da sé, ma da un rapporto con ciò che è altro da sé e con lo spazio.
Perche'
[ PERSONA ]
PERSONA: voce di origine probabilmente etrusca, che significava «maschera teatrale» e poi prese il valore di «individuo di sesso non specificato», «corpo», e fu usata come termine grammaticale e teologico. – Individuo della specie umana, senza distinzione di sesso, età e condizione sociale, considerato sia come elemento a sé stante, sia come facente parte di un gruppo o di una collettività.
Le azioni che compiamo quotidianamente, vengono generalmente intese come un modo per costruire una propria identità: “faccio e quindi sono”; “sono quello che faccio”, o ancora, “agisco in base a quello che credo di essere”. Questa visione ha però il limite di escludere la propensione relazionale dell’essere umano. PERSONA invece, è una parola in grado di fare da ponte tra l’individuale e il collettivo; proprio come la MASCHERA TEATRALE, che sin dall’antichità ha come funzione principale quella di essere vettore: uno strumento che trasporta e amplifica il suono da una dimensione intima a una dimensione di condivisione.
CAPITOLO 1 – MASSIMILIANO SPEZIANI
Il mestiere dell’attore consiste nel produrre uno scarto da sé, dall’idea sommaria, dall’immagine che abbiamo di noi verso qualcosa che è altro: si produce un movimento, che comporta sempre un’andata e un ritorno, come un respiro. In questo scarto sta tutto il lavoro dell’attore.
Le parole di un maestro recentemente scomparso, ci aiutano ad individuare l’obbiettivo di questo laboratorio:
“Gli attori spesso temono che perdendo la personalità che gli è famigliare possano diventare insignificanti e anonimi. Ma non accade mai. Dalla fermezza con cui si affronta un duro lavoro emerge la vera personalità” Peter Brook – I Fili del Tempo
Un breve atto unico di Arthur Schnitzler sarà il materiale che ci aiuterà a toccare la possibilità di gustare una propria presenza scenica, avulsa il più possibile da personalismi.
Ma non solo, la triangolazione tra le dimensioni del sogno, della vita e del teatro è stata da sempre in tutte le epoche un terreno di produzione artistica (da Calderon a Shakespeare, solo per citare i più eclatanti).
Schnitzler, con la sua vasta produzione drammaturgica, ha ispirato autori registi e ad indagare in questa direzione. D’altronde, La sua frequentazione con Freud è risaputa.
Dunque, anche la “materia dei sogni di cui siamo fatti” sarà oggetto del nostro lavoro.
BIOGRAFIA
Massimiliano Speziani è attore e regista. Premio Ubu nel 1997; Premio Hystrio nel 2018. Ha lavorato come attore teatrale con registi quali: Cobelli, Ronconi, Castri, Santagata, Tiezzi, Rifici, Latella, Donnelan, Lidi. Ha intrapreso anche un personale percorso autorale e pedagogico a fianco di Renata Molinari e Renato Gabrielli. Tra gli ultimi lavori, ricordiamo Pinocchio e La Valle dell’Eden (regia di Antonio Latella), La Tragedia del Vendicatore (regia di Declan Donnellan), Gabbiano e Zio Vanja (regia di Leonardo Lidi).
Il laboratorio si svolgerà dal 23 al 29 marzo dalle ore 14.30 alle ore 19.30 per un totale di 30 h presso il Centro Culturale Asteria di Milano (Piazza Carrara 17.1 – 20141)
La scadenza per l’invio delle candidature è il 18 febbraio 2024.
L’esito delle selezioni sarà comunicato a tutte le persone candidate entro il 25 febbraio 2024.
A tutte le persone candidate si chiede di compilare in ogni sua parte il formulario di iscrizione online e di allegare la documentazione digitale richiesta.
A ogni persona selezionata sarà richiesto il pagamento dell’intera quota di iscrizione solo in seguito alla comunicazione della propria ammissione ed entro 7 giorni dalla stessa.
Quota di partecipazione onnicomprensiva di € 220,00 (tessera assicurativa compresa nel prezzo)
È rivolto ad attori, attrici e performers su tutto il territorio nazionale, con età compresa tra i 18 e i 40 anni, per un massimo di 14 partecipanti.
Per chi viene da fuori Milano, la struttura offre servizio di foresteria fino ad esaurimento posti con un costo aggiuntivo di € 20/notte
INFORMAZIONI
MARCO CICCULLO
+39 3486629459
persona.oderstrasse@gmail.com
€ 220
compreso di copertura assicurativa