Un film di

GIOVANNI COVINI 

 

Una produzione

CENTRO ASTERIA

con
Valentina Malcotti

e con
Marilyn Adjalo Valentina Bogdan Leonardo Carralero Assala Chahhoub Jacopo Cremona Laila Migdadi

con l’amichevole partecipazione di
Rosario Lisma Francesco Migliaccio

selezionato al
Port Orchard Film Festival 2019

Romeo e Giulietta è la storia di un ragazzo che scavalca un muro per amore.
Oggi molti muri dividono il mondo e scavalcarne uno è un’azione rivoluzionaria. Pensavamo di mettere a confronto ragazzi cristiani e musulmani come se fossero Montecchi e Capuleti, ma della guerra sapevano
poco o niente. Erano solo felici di stare lì.
A leggere, discutere, recitare, emozionarsi. Questo Romeo che scavalca sta dentro ognuno di noi e ha bisogno di molto, molto coraggio.

CREDITI

con la partecipazione di

Roberto Mordacci
Preside della Facoltà di Filosofiadell’Università Vita-Salute San Raffaele

Silvia Nanni
Ufficiale di Polizia Giudiziaria della Sezione omicidi,
Reati contro la persona e in danno di minori
della Squadra Mobile della Questura di Varese
con incarico di Coordinatore dell’Ufficio Fasce Deboli dellaProcura della Repubblica di Varese

Davide Rondoni
poeta e scrittore

Don Giovanni Salatino
Vicario parrocchiale
San Barnaba e Maria Madre della Chiesa / Gratosoglio

Sara Sayed
educatrice

Clelia Scimone
visual artist

Omar Colley
operatore socio assistenziale

montaggio Giuseppe Chiaramonte

musiche originali Alessandro Papaianni

suono in presa diretta Emanuele Pullini

I operatore Martina Daeder

aiuto regia Mario D’Avino
produttore esecutivo Elisabetta Stocchi

direttore di produzione Giovanni Tammaro

con il sostegno di Fondazione Cariplo

con il patrocinio
del Comune di Milano – Municipio 5

SINOSSI

Assala, Marilyn, Leonardo, Valentina, Laila e Jacopo sono sei ragazzi tra i 16 e i 19 anni del quartiere Gratosoglio di Milano, in parte crisitiani e in parte musulmani. Compiono un viaggio attraverso l’opera Romeo e Giulietta, condotti dall’attrice Valentina Malcotti, per rispondere alle domande “Shakespeare ci può parlare ancora, oggi? Chi sono i responsabili della morte di Romeo e Giulietta?”. In questo percorso di scoperta, durato due anni, incontrano persone provenienti da ambientimolto diversi: un ufficiale di polizia giudiziaria, un prete, un filosofo, due attori professionisti, un poeta, una coppia mista, un’educatrice di religione musulmana. Shakespeare diventa l’occasione per conoscersi, confrontarsi, mettersi alla prova e affrontare numerosi temi: l’amore,l’odio, il potere, i conflitti famigliari, la morte, la verità e la menzogna. Shakespeare esce dal teatro, esce dal cinema ed entra nella vita di ciascuno di noi.

IL TITOLO

Perché intitolare un film su Romeo e Giuliettanominando solo Romeo?
Perché abbiamo scelto di stare con il ragazzo che scavalca i muri per amore.

Con quella parte di noi che con una fatica eroicae un coraggio da leone sfida tutte le separazionidel non amore. Quella parte che ancora disposta a morire per questo, perché ha un’idea bellissima della vita e non ce la fa a vederla buttata per questioni di parte.

Quindi. Chi è Romeo fra noi? Chi ne ha ancora un pezzetto dentro di sé? Quale parte di noi stessi scavalca ancora e guarda verso quel balcone?

Who’s Romeo è una domanda senza punto di domanda.
Chi è Romeo. Il punto di domanda è una cortesia che usiamo quando parliamo con gli altri.Quando una domanda è sfinita dagli anni, èstata percorsa in più modi e non ha mai o ancora trovato risposta, i punti di domanda cadono. Rimangono le parole, quelle che diciamo
a noi stessi.

Che passano dal motivarci nelle strade dapercorrere al definirci in quelle che nonpercorreremo mai.
Chi è Romeo. Perché trovarlo sembra impossibile. Un amore che scavalca i muri dov’è. Dov’è quel ragazzo che avevo dentro, che avevamo tutti dentro e che poi ogni tipo di muro ha stancato,umiliato, sconfitto.

Non avrei mai posto esplicitamente una nota dipessimismo in questo film e non credo che questalo sia. È la stanchezza di una strada percorsa e una richiesta girata al futuro, ai ragazzi.
Alla fine forse si può accettare di essere per ruoloquelli che hanno fatto la domanda, come Mosé che indica la Terra Promessa e sembra che sia un tanto grande maestro, ma nella Terra Promessa non entra.
Muore fuori dai confini.
Il suo popolo ci entrerà, ma non è cosa per lui. Questo è il motivo di umiltà, di silenzio, di parlare a me stesso nella mia coscienza, che mi ha spintoa sentire questa domanda come una definizione diquello che non so e che non saprò mai.

Presentazione di

GIOVANNI COVINI

L’idea di Who’s Romeo nasce il 14 luglio del 2016, quando a Nizza un uomo alla guida di un autocarro travolge la folla che passeggia sulla Promenade des Anglais. La guerra fra due civiltà era sbarcata su un lungomare romantico seminando la morte.
Sentivo il bisogno di incontrare dei giovani di entrambe le civiltà. Civiltà che si erano poste l’una contro l’altra come schieramenti ma che rimanevano di per sé espressioni di grandi culture. Anche Montecchi e Capuleti erano due grandi famiglie che si erano poste in guerra. E anche in quel caso la guerra travolse l’amore dei giovani.

Il film è il racconto di questo viaggio.
Sei ragazzi del Gratosoglio, quartiere della periferia sud di Milano a maggioranza islamica, in parte cristiani in parte musulmani, in parte credenti e in parte no, affrontano guidati da una giovane regista la lettura del Romeo e Giulietta di Shakespeare.
È così che sei estranei diventano un gruppo di amici. Atto per atto, Shakespeare viene letto, discusso, provato, recitato. La sua forza conduce i ragazzi a incontrare persone adulte dei più diversi mondi culturali e sociali. Li spinge ad aprirsi, a confidare e a confessare le speranze e i dolori che hanno nel cuore.
Alla fine del film sappiamo che i muri fra le civiltà sono sempre alti, spessi e ben pattugliati.
Ma i muri li scavalca l’amore di Romeo. L’amore non sa nulla delle colpe dei padri, vuole esserci adesso, qui, con la sua meravigliosa ignoranza del passato: un ragazzo ama una ragazza. Semplicemente.
Non importa se le cose a volte vanno a finire male – questo può sempre accadere nella vita – ma crediamo che chiunque salti un muro di notte per qualunque tipo di amore, rende il nostro mondo migliore.

NOTE DI REGIA

Per me Romeo e Giulietta è la storia di un ragazzo che scavalca un muro per amore.

Negli anni questa storia è diventata sempre più profonda e si è tinta di una luce sempre meno romantica.

Questo perché i muri sono cresciuti, dividono il mondo in schieramenti sempre più arroccati, più piccoli e incattiviti.

In un mondo così, scavalcare un muro per amore è un’azione rivoluzionaria. E una rivoluzione, quando è autentica, porta sempre qualche rivelazione.

Questo film ne ha portate tante, a chi lo ha attraversato. Pensavamo di mettere a confronto ragazzi cristiani e musulmani come se fossero Montecchi e Capuleti, ma la storia ci ha detto che i ragazzi stavano attorno a un tavolo, leggevano, ridevano, si confidavano e si confessavano, recitavano:

della guerra sapevano poco o niente, erano felici di stare lì e forse – ci siamo detti – una beata ignoranza ci salverà. Forse lasceremo ai padri quello che si sono fatti tra loro e vivremo il presente liberati dal peso delle loro azioni.

Il terreno neutrale del testo di Shakespeare, altro e lontano da noi, ha reso tutti come equidistanti dalla vicenda. Ha autorizzato chiunque a non capire, a fare fatica, a commuoversi, a intuire.

E così, atto per atto, il viaggio si snoda fra incontri, riflessioni, molte risate ma anche profondo dolore, prove di recitazione, sorprese.

Alla fine chi è Romeo? È un ragazzo che azzarda per amore perché ha capito che senza amore la partita è persa in partenza. Oggi questo ragazzo che sta dentro ognuno di noi, ha bisogno di molto, molto coraggio. Per questo siamo contenti di averlo sostenuto con il nostro film.

Giovanni Covini