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Centro Asteria

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Eventi di questo organizzatore

marzo

gio02mar10:00gio12:30Tutto quello che volevoSOLD OUT10:00 - 12:30

Biglietti

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Dettagli evento

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Storia di una sentenza

Spettacolo di e con Cinzia Spanò
regia di Roberto Recchia
cortometraggio di Paolo Turro

Come si può restituire a una ragazzina la libertà e la dignità che ha venduto per denaro?  La storia vera della giudice Paola di Nicola e di una storica sentenza, che fu davvero diversa da tutte le altre

Fece molto scalpore qualche anno fa la storia di due ragazzine di 14 e 15 anni che si prostituivano dopo la scuola in un appartamento di viale Parioli. Il caso ebbe una fortissima eco mediatica anche per via dei clienti che frequentavano le ragazze; appartenenti alla “Roma-bene”, professionisti affermati e benestanti, insospettabili padri di famiglia.

La storia che raccontiamo inizia quando la strada

della più piccola delle due ragazze incrocia quella della giudice Paola Di Nicola, chiamata a pronunciarsi su uno dei clienti della giovane, un professionista romano di circa 35 anni.

La giudice, che deve esprimersi anche sul risarcimento del danno da destinare alla ragazza, si accorge subito che nessuna cifra potrà mai restituirle quello che le è stato tolto.

Inoltre: “Com’è possibile risarcire quello che ha barattato per denaro dandole altro denaro? In questo modo non si farebbe che rafforzare in lei l’idea che tutto è monetizzabile, anche la dignità.”

La riflessione della giudice culmina con una sentenza di cui hanno scritto i giornali di tutto il mondo. “L’unico strumento capace di restituire dignità e libertà alla ragazza non è il denaro, ma qualcosa di molto più importante: la Conoscenza.”

Orari

(Giovedi) 10:00 - 12:30

Luogo

Centro Culturale Asteria

Piazzale Francesco Carrara, 17, 20141 Milano

Evento organizzato da

ven03mar10:00ven12:30Tutto quello che volevo10:00 - 12:30

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Storia di una sentenza

Spettacolo di e con Cinzia Spanò
regia di Roberto Recchia
cortometraggio di Paolo Turro

Come si può restituire a una ragazzina la libertà e la dignità che ha venduto per denaro?  La storia vera della giudice Paola di Nicola e di una storica sentenza, che fu davvero diversa da tutte le altre

Fece molto scalpore qualche anno fa la storia di due ragazzine di 14 e 15 anni che si prostituivano dopo la scuola in un appartamento di viale Parioli. Il caso ebbe una fortissima eco mediatica anche per via dei clienti che frequentavano le ragazze; appartenenti alla “Roma-bene”, professionisti affermati e benestanti, insospettabili padri di famiglia.

La storia che raccontiamo inizia quando la strada

della più piccola delle due ragazze incrocia quella della giudice Paola Di Nicola, chiamata a pronunciarsi su uno dei clienti della giovane, un professionista romano di circa 35 anni.

La giudice, che deve esprimersi anche sul risarcimento del danno da destinare alla ragazza, si accorge subito che nessuna cifra potrà mai restituirle quello che le è stato tolto.

Inoltre: “Com’è possibile risarcire quello che ha barattato per denaro dandole altro denaro? In questo modo non si farebbe che rafforzare in lei l’idea che tutto è monetizzabile, anche la dignità.”

La riflessione della giudice culmina con una sentenza di cui hanno scritto i giornali di tutto il mondo. “L’unico strumento capace di restituire dignità e libertà alla ragazza non è il denaro, ma qualcosa di molto più importante: la Conoscenza.”

Orari

(Venerdi) 10:00 - 12:30

Luogo

Centro Culturale Asteria

Piazzale Francesco Carrara, 17, 20141 Milano

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lun06mar10:00lun12:30Giustizia e RiconciliazioneSOLD OUT10:00 - 12:30

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Incontro con
Franco Bonisoli
ex brigatista
Giorgio Bazzega
figlio del poliziotto Sergio ucciso dalle BR
Manlio Milani presidente Ass. Familiari dei Caduti di Piazza Loggia

La giustizia riparativa è un modo per uscire dalla prigione che la sofferenza costruisce intorno all’anima delle vittime. Ai carnefici invece restituisce l’umanità, affinché le cose possano davvero cambiare

La giustizia riparativa è, per le vittime, un modo per uscire dalla prigione che la sofferenza costruisce intorno all’anima,
ai carnefici restituisce l’umanità
e la possibilità del cambiamento.

Cosa succede alle persone quando le loro vite sono toccate dalla violenza? Essa ferisce solo chi la subisce o anche chi ne è responsabile? Le condanne e le pene inflitte bastano a dare giustizia alle vittime? È possibile perdonare gli altri e se stessi? Chi ha fatto azioni terribili può cambiare? È possibile incontrare chi ti ha fatto del male o coloro ai quali hai fatto del male? 

Attorno a queste domande Franco Bonisoli, Giorgio Bazzega e Manlio Milani dialogheranno con i giovani. Testimoni, in situazioni e contesti diversi, della stagione della lotta armata, Franco, Giorgio e Manlio si sono incontrati nella speranza che le ferite possano essere curate e che la vita possa “ricrescere buona”. Una speranza condivisa da tanti, in aree del mondo che hanno vissuto terribili conflitti e che devono fare oggi i conti con difficili convivenze.

Orari

(Lunedi) 10:00 - 12:30

Luogo

Auditorium Mahler

Largo Mahler

Evento organizzato da

mar07mar09:00L'universo di DanteSOLD OUT09:00

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Presentazione multimediale di Marco Bersanelli,
Dipartimento di fisica, Università degli Studi di Milano

Attraverso la riproposizione di alcuni passi della Divina Commedia, ricchi di riferimenti scientifici e cosmologici, l’incontro propone un percorso che illumina il rapporto tra la poesia di Dante e la scienza

Marco Bersanelli è capace di citare Dante a memoria, mentre squaderna le immagini dell’universo, delle galassie, del sistema solare. Si è laureato in fisica alla Statale di Milano nel 1986, specializzandosi al Lawrence Berkeley Laboratory nel gruppo di astrofisica di George Smoot, premio Nobel 2006. 

Studioso del fondo cosmico, la radiazione che ancora continua ad arrivare dal Big Bang, in questa originale conferenza, cita Dante, parlando di rifrazione della luce, di brillantezza dei corpi luminosi, di fondo cosmico, della struttura dell’universo, di geometrie non euclidee, di teoria della relatività, ricordandoci, però, che Dante è pur sempre un poeta medievale, non uno scienziato moderno. 

Nella sua poesia troviamo spunti sorprendenti di attenzione ai fenomeni naturali, tipici della razionalità scientifica, che ci aiutano a comprendere la natura profonda del cosmo e dell’essere umano.

in collaborazione con

Orari

(Martedi) 09:00

Luogo

Centro Culturale Asteria

Piazzale Francesco Carrara, 17, 20141 Milano

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mar07mar11:15L'universo di Dante11:15

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Presentazione multimediale di Marco Bersanelli,
Dipartimento di fisica, Università degli Studi di Milano

Attraverso la riproposizione di alcuni passi della Divina Commedia, ricchi di riferimenti scientifici e cosmologici, l’incontro propone un percorso che illumina il rapporto tra la poesia di Dante e la scienza

Marco Bersanelli è capace di citare Dante a memoria, mentre squaderna le immagini dell’universo, delle galassie, del sistema solare. Si è laureato in fisica alla Statale di Milano nel 1986, specializzandosi al Lawrence Berkeley Laboratory nel gruppo di astrofisica di George Smoot, premio Nobel 2006. 

Studioso del fondo cosmico, la radiazione che ancora continua ad arrivare dal Big Bang, in questa originale conferenza, cita Dante, parlando di rifrazione della luce, di brillantezza dei corpi luminosi, di fondo cosmico, della struttura dell’universo, di geometrie non euclidee, di teoria della relatività, ricordandoci, però, che Dante è pur sempre un poeta medievale, non uno scienziato moderno. 

Nella sua poesia troviamo spunti sorprendenti di attenzione ai fenomeni naturali, tipici della razionalità scientifica, che ci aiutano a comprendere la natura profonda del cosmo e dell’essere umano.

in collaborazione con

Orari

(Martedi) 11:15

Luogo

Centro Culturale Asteria

Piazzale Francesco Carrara, 17, 20141 Milano

Evento organizzato da

mar07mar15:00L'ombra di CaravaggioSOTTOTITOLI ITA15:00

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Orari

(Martedi) 15:00

Luogo

Centro Culturale Asteria

Piazzale Francesco Carrara, 17, 20141 Milano

Evento organizzato da

mar07mar20:45L'ombra di CaravaggioSOTTOTITOLI ITA20:45

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Orari

(Martedi) 20:45

Luogo

Centro Culturale Asteria

Piazzale Francesco Carrara, 17, 20141 Milano

Evento organizzato da

mer08mar10:00mer12:30FedoneSOLD OUT10:00 - 12:30

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Spettacolo teatrale della Compagnia Carlo Rivolta
con Luciano Bertoli, Gabriele Reboni e Nicola Cazzalini
regia di Nuvola de Capua, dalla traduzione di Giovanni Reale
Presentazione di Vito Limone, docente di Storia, Università San Raffaele

Atene 399 a.C. Socrate muore in carcere, ucciso da un potente veleno. Dopo circa un anno, Fedone, suo giovane amico e discepolo, narra ad altri amici e giovani filosofi le sue ultime ore

«La narrazione permette di rappresentare quelle ore facendo vivere, nel ricordo, i discorsi di Socrate oltre la sua stessa morte.

Tre momenti scandiscono il racconto: l’introduzione, con la presentazione dei ragazzi presenti nella cella del carcere; la pausa di riflessione suscitata dai dubbi di Simmia e Cebete, filosofi pitagorici; la tensione finale con dell’esecuzione. In queste ore drammatiche l’atmosfera tra Socrate e i suoi amici è quella di sempre: ci si interroga, ci si confronta fino alla fine con un’emozione mai tragica.

Il filosofo si è preparato a questo viaggio per tutta la vita, cercando di vivere con “temperanza, giustizia, coraggio, libertà e verità”, perché solo chi è vissuto bene avrà una sorte migliore nell’aldilà. Le obiezioni di Simmia e Cebete producono una sensazione di sfiducia. Nascono dubbi. Socrate denuncia il pericolo più grande che potrebbe nascere da questa insicurezza: la morte del pensiero. Si deve continuare a cercare perché, anche se non si raggiungono certezze, si può e si deve sperare: “bello è il rischio di credere e grande è la speranza!”»

(Nuvola de Capua)

Orari

(Mercoledi) 10:00 - 12:30

Luogo

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Piazzale Francesco Carrara, 17, 20141 Milano

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gio09mar10:00gio12:30FedoneSOLD OUT10:00 - 12:30

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Spettacolo teatrale della Compagnia Carlo Rivolta
con Luciano Bertoli, Gabriele Reboni e Nicola Cazzalini
regia di Nuvola de Capua, dalla traduzione di Giovanni Reale
Presentazione di Vito Limone, docente di Storia, Università San Raffaele

Atene 399 a.C. Socrate muore in carcere, ucciso da un potente veleno. Dopo circa un anno, Fedone, suo giovane amico e discepolo, narra ad altri amici e giovani filosofi le sue ultime ore

«La narrazione permette di rappresentare quelle ore facendo vivere, nel ricordo, i discorsi di Socrate oltre la sua stessa morte.

Tre momenti scandiscono il racconto: l’introduzione, con la presentazione dei ragazzi presenti nella cella del carcere; la pausa di riflessione suscitata dai dubbi di Simmia e Cebete, filosofi pitagorici; la tensione finale con dell’esecuzione. In queste ore drammatiche l’atmosfera tra Socrate e i suoi amici è quella di sempre: ci si interroga, ci si confronta fino alla fine con un’emozione mai tragica.

Il filosofo si è preparato a questo viaggio per tutta la vita, cercando di vivere con “temperanza, giustizia, coraggio, libertà e verità”, perché solo chi è vissuto bene avrà una sorte migliore nell’aldilà. Le obiezioni di Simmia e Cebete producono una sensazione di sfiducia. Nascono dubbi. Socrate denuncia il pericolo più grande che potrebbe nascere da questa insicurezza: la morte del pensiero. Si deve continuare a cercare perché, anche se non si raggiungono certezze, si può e si deve sperare: “bello è il rischio di credere e grande è la speranza!”»

(Nuvola de Capua)

Orari

(Giovedi) 10:00 - 12:30

Luogo

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Piazzale Francesco Carrara, 17, 20141 Milano

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ven10mar10:00ven12:30FedoneSOLD OUT10:00 - 12:30

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Spettacolo teatrale della Compagnia Carlo Rivolta
con Luciano Bertoli, Gabriele Reboni e Nicola Cazzalini
regia di Nuvola de Capua, dalla traduzione di Giovanni Reale
Presentazione di Vito Limone, docente di Storia, Università San Raffaele

Atene 399 a.C. Socrate muore in carcere, ucciso da un potente veleno. Dopo circa un anno, Fedone, suo giovane amico e discepolo, narra ad altri amici e giovani filosofi le sue ultime ore

«La narrazione permette di rappresentare quelle ore facendo vivere, nel ricordo, i discorsi di Socrate oltre la sua stessa morte.

Tre momenti scandiscono il racconto: l’introduzione, con la presentazione dei ragazzi presenti nella cella del carcere; la pausa di riflessione suscitata dai dubbi di Simmia e Cebete, filosofi pitagorici; la tensione finale con dell’esecuzione. In queste ore drammatiche l’atmosfera tra Socrate e i suoi amici è quella di sempre: ci si interroga, ci si confronta fino alla fine con un’emozione mai tragica.

Il filosofo si è preparato a questo viaggio per tutta la vita, cercando di vivere con “temperanza, giustizia, coraggio, libertà e verità”, perché solo chi è vissuto bene avrà una sorte migliore nell’aldilà. Le obiezioni di Simmia e Cebete producono una sensazione di sfiducia. Nascono dubbi. Socrate denuncia il pericolo più grande che potrebbe nascere da questa insicurezza: la morte del pensiero. Si deve continuare a cercare perché, anche se non si raggiungono certezze, si può e si deve sperare: “bello è il rischio di credere e grande è la speranza!”»

(Nuvola de Capua)

Orari

(Venerdi) 10:00 - 12:30

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Centro Culturale Asteria

Piazzale Francesco Carrara, 17, 20141 Milano

Evento organizzato da

dom12mar14:30Casa Museo Bagatti-Valsecchi e Palazzo Moriggia14:30

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Una intatta residenza privata di fine 800 fatta da chi voleva vivere quotidianamente immerso nell’arte

Orari

(Domenica) 14:30

Evento organizzato da

dom12mar15:00Marcel the shell15:00

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Orari

(Domenica) 15:00

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Piazzale Francesco Carrara, 17, 20141 Milano

Evento organizzato da

dom12mar17:30Marcel the shell17:30

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Orari

(Domenica) 17:30

Luogo

Centro Culturale Asteria

Piazzale Francesco Carrara, 17, 20141 Milano

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lun13mar10:00lun12:30Giustizia e Riconciliazione10:00 - 12:30

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Incontro con
Franco Bonisoli
ex brigatista
Giorgio Bazzega
figlio del poliziotto Sergio ucciso dalle BR
Manlio Milani presidente Ass. Familiari dei Caduti di Piazza Loggia

La giustizia riparativa è un modo per uscire dalla prigione che la sofferenza costruisce intorno all’anima delle vittime. Ai carnefici invece restituisce l’umanità, affinché le cose possano davvero cambiare

La giustizia riparativa è, per le vittime, un modo per uscire dalla prigione che la sofferenza costruisce intorno all’anima,
ai carnefici restituisce l’umanità
e la possibilità del cambiamento.

Cosa succede alle persone quando le loro vite sono toccate dalla violenza? Essa ferisce solo chi la subisce o anche chi ne è responsabile? Le condanne e le pene inflitte bastano a dare giustizia alle vittime? È possibile perdonare gli altri e se stessi? Chi ha fatto azioni terribili può cambiare? È possibile incontrare chi ti ha fatto del male o coloro ai quali hai fatto del male? 

Attorno a queste domande Franco Bonisoli, Giorgio Bazzega e Manlio Milani dialogheranno con i giovani. Testimoni, in situazioni e contesti diversi, della stagione della lotta armata, Franco, Giorgio e Manlio si sono incontrati nella speranza che le ferite possano essere curate e che la vita possa “ricrescere buona”. Una speranza condivisa da tanti, in aree del mondo che hanno vissuto terribili conflitti e che devono fare oggi i conti con difficili convivenze.

Orari

(Lunedi) 10:00 - 12:30

Luogo

Teatro Dal Verme

via S. Giovanni sul Muro, 2

Evento organizzato da

mar14mar20:45Il mio vicino AdolfSOTTOTITOLI ITA20:45

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Orari

(Martedi) 20:45

Luogo

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Piazzale Francesco Carrara, 17, 20141 Milano

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mer15mar10:00mer12:30Diritti individuali e diritti civili10:00 - 12:30

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Incontro con Luciano Eusebi, docente di Diritto Penale Università Cattolica, Milano

Una conferenza per riflettere, in un’ottica di cittadinanza attiva, sul valore inscindibile dei diritti e dei doveri di ogni cittadino

Oggi assistiamo a una continua affermazione e rivendicazione dei diritti di ciascun individuo. Il che, in sé, è un bene, poiché rimarca che ogni essere umano, come affermato dall’art. 3 della nostra Costituzione, al di là di qualsiasi condizione personale o sociale, in forza unicamente della propria esistenza in vita, è portatore di diritti inviolabili. 

Spesso, tuttavia, i diritti vengono affermati, non già in un quadro di solidarietà sociale, ma fatti valere a discapito di altri o con una certa indifferenza verso i meno fortunati. 

Per garantire i diritti di tutti è, invece, indispensabile che ciascuno assuma con responsabilità non solo i diritti, ma anche i doveri che ne derivano. Riflettendo sui temi della pandemia, dell’ambiente e della pace, gli studenti saranno aiutati a comprendere che solo riportando al centro della vita sociale la dignità di ogni essere umano e il rispetto per il mondo che ci è stato affidato, potrà esserci un futuro più equo e più umano.

Orari

(Mercoledi) 10:00 - 12:30

Luogo

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Piazzale Francesco Carrara, 17, 20141 Milano

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gio16mar10:00gio12:30Reportage Chernobyl10:00 - 12:30

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regia Simona Gonella – con Roberta Biagiarelli
partecipazione straordinaria in video di Roberto Herlitzka

“Più mi addentravo nella storia di Chernobyl, più mi rendevo conto che quello che stavo annotando sul mio notes non era né il presente né il passato, ma il futuro”  (Svetlana Aleksievic)

La notte del 26 aprile 1986 vi fu la prima di una serie di esplosioni che distrussero il reattore ed il fabbricato della quarta unità della centrale elettronucleare di Chernobyl. In pochi minuti l’incidente, frutto di un tragico errore umano, si trasformò nel più grande disastro tecnologico del XX secolo. 

La nube radioattiva provocò immediatamente la pesante contaminazione di un’area ancora oggi quasi del tutto disabitata (Chernobyl Exclusion Zone). Poi, spinta dai venti, la nube viaggiò in Europa e arrivò a sfiorare la costa orientale degli Stati Uniti. 

Quello che è avvenuto a Chernobyl è la perfetta metafora del mondo che ci circonda, del rapporto spesso perverso che abbiamo con la tecnologia e della disinformazione di cui siamo vittime rispetto ai grandi disastri. 

Orari

(Giovedi) 10:00 - 12:30

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ven17mar10:00ven12:30Reportage ChernobylSOLD OUT10:00 - 12:30

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regia Simona Gonella – con Roberta Biagiarelli
partecipazione straordinaria in video di Roberto Herlitzka

“Più mi addentravo nella storia di Chernobyl, più mi rendevo conto che quello che stavo annotando sul mio notes non era né il presente né il passato, ma il futuro”  (Svetlana Aleksievic)

La notte del 26 aprile 1986 vi fu la prima di una serie di esplosioni che distrussero il reattore ed il fabbricato della quarta unità della centrale elettronucleare di Chernobyl. In pochi minuti l’incidente, frutto di un tragico errore umano, si trasformò nel più grande disastro tecnologico del XX secolo. 

La nube radioattiva provocò immediatamente la pesante contaminazione di un’area ancora oggi quasi del tutto disabitata (Chernobyl Exclusion Zone). Poi, spinta dai venti, la nube viaggiò in Europa e arrivò a sfiorare la costa orientale degli Stati Uniti. 

Quello che è avvenuto a Chernobyl è la perfetta metafora del mondo che ci circonda, del rapporto spesso perverso che abbiamo con la tecnologia e della disinformazione di cui siamo vittime rispetto ai grandi disastri. 

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(Venerdi) 10:00 - 12:30

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mar21mar10:00mar12:30Agenda 2030: il freno della guerra e della pandemia10:00 - 12:30

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Incontro con Laura Cavalli, senior researcher e project manager presso la Fondazione Eni Enrico Mattei, docente presso Università Cattolica

Un incontro per approfondire e fare il punto sui temi chiave dell’Agenda 2030 a otto anni dalla sua naturale scadenza

Quale significato ha parlare di sviluppo sostenibile, quando siamo circondati da conflitti, da problematiche legate all’inflazione, da ghiacciai che si sciolgono e da una pandemia che dopo due anni sembra non volersi arrestare?  Dato questo contesto ed il momento storico che stiamo vivendo, dobbiamo, quindi, abbandonare la speranza di poter raggiungere questo obiettivo epocale? A poco più di 8 anni dalla scadenza naturale dell’Agenda 2030 è importante riflettere sull’opportunità creata dall’agenda Onu, sulla sua attualità e validità. Quali goal hanno accelerato il passo e quali, invece, sono ancora più lontani dall’essere raggiunti? Mai come ora parlare di sostenibilità in tutte le sue sfaccettature sembra essere non soltanto una chiave di lettura, ma anche la possibile ed unica soluzione ad un mondo che sembra andare controcorrente.

in collaborazione con

Orari

(Martedi) 10:00 - 12:30

Luogo

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mar21mar15:00ChiaraSOTTOTITOLI ITA15:00

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(Martedi) 15:00

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mar21mar20:45ChiaraSOTTOTITOLI ITA20:45

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(Martedi) 20:45

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mer22mar10:00mer12:30Coltivare la memoria per immaginare il futuroSOLD OUT10:00 - 12:30

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Incontro con Mario Calabresi, giornalista e scrittore

Nel ricordo delle vittime del terrorismo, Mario, figlio di Luigi Calabresi, incontra gli studenti, per fare memoria di un periodo fondamentale della nostra storia recente e riflettere con loro sul futuro che li attende

È la mattina del 17 maggio 1972, e la pistola puntata alle spalle del commissario Luigi Calabresi cambierà per sempre la storia italiana. Di lì a poco il nostro paese scivolerà in uno dei suoi periodi più bui, i cosiddetti “anni di piombo”, “la notte della Repubblica”. 

La storia dell’omicidio Calabresi è, però, anche la storia di chi è rimasto dopo la morte di un commissario che era anche un marito e un padre.

Il figlio Mario, giornalista e scrittore, ex direttore dei quotidiani “la Repubblica” e “La Stampa”, racconta la storia e le storie di quanti sono rimasti fuori dalla memoria degli anni di piombo, dei figli e delle mogli di chi è morto, ma anche di come il buio si possa trasformare in luce. I suoi libri sono soprattutto racconti di vita, di rinascite, di riscatti, di identità preservate e vite ritrovate.

in collaborazione con

Orari

(Mercoledi) 10:00 - 12:30

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gio23mar10:00gio12:30Contro la cultura. La letteratura per fortuna10:00 - 12:30

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Prezzo € 7,00

Biglietti Studenti -1 +

TOTALE € 7,00

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Incontro con Silvano Petrosino docente di Filosofia Teoretica, Teorie della comunicazione e Filosofia morale presso l’Università Cattolica di Milano

Incontro con uno dei più apprezzati filosofi italiani, per approfondire alcuni aspetti fondamentali della letteratura e della nostra cultura occidentale 

«Che cos’è la letteratura? Perché si scrivono e si pubblicano romanzi e racconti?
A che cosa serve la letteratura? 

Sono gli interrogativi alla base dell’incontro del prof. Petrosino sorretti dalla sua pubblicazione, Contro la cultura. La letteratura, per fortuna.

Viviamo, infatti, in un’epoca tecnologica che sembra prestare maggiore attenzione ai numeri che non alle lettere. Kundera, commentando Broch, afferma che è necessario «mobilitare tutti gli strumenti intellettuali e tutte le forme poetiche per far luce su “quello che solo il romanzo può scoprire”: l’essere concreto dell’uomo». Ma siamo sicuri che sia proprio questo ciò che ci interessa, l’essere concreto dell’uomo, e non invece il mondo del sogno e la cosiddetta «realtà aumentata» del digitale?» 

(Silvano Petrosino)

 

Si consiglia la lettura del seguente testo
Silvano Petrosino,
Contro la cultura. La letteratura, per fortuna,
Vita e Pensiero

Orari

(Giovedi) 10:00 - 12:30

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ven24mar10:00ven12:30Il paradigma dell'economia civile10:00 - 12:30

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Prezzo € 4,00

Biglietti Studenti -1 +

TOTALE € 4,00

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e le sue plurime articolazioni nella società post-industriale

Incontro con Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali Cofondatore e Presidente del Comitato scientifico della Scuola di Economia Civile

Di fronte alle nuove sfide globali, la conferenza pone al centro della riflessione il crescente interesse per il modello economico basato sul principio della sussidiarietà circolare

Duplice l’obiettivo assegnato alla lezione. Per un verso, chiarire gli elementi qualificanti del paradigma dell’economia civile, contrastandoli con quelli specifici del paradigma dell’economia politica. Per l’altro verso, mostrare in quali ambiti della realtà socio-economica lo sguardo dell’economia civile è in grado di avanzare proposte di soluzione dei grandi problemi. Scuola, sanità, giustizia sociale, pace sono gli ambiti che saranno privilegiati. 

Con riferimento alla Scuola, si mostrerà come deve mutare l’impianto filosofico del sistema scolastico, se si vuole che la scuola torni ad essere agenzia educativa e non solo luogo di istruzione. Inoltre, la relazione si focalizzerà sul ruolo fondamentale del principio di sussidiarietà ai fini di un welfare civile, cioè non assistenzialistico. 

Orari

(Venerdi) 10:00 - 12:30

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dom26mar15:00Mummie15:00

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(Domenica) 15:00

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Centro Culturale Asteria

Piazzale Francesco Carrara, 17, 20141 Milano

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Spettacolo teatrale di e con Lucilla Giagnoni
Musiche originali di Paolo Pizzimenti
Luci Massimo Violato

Un percorso letterario, antropologico e spirituale per salire, attraverso i canti della Divina Commedia, dall’umana fragilità di Francesca alla sublime perfezione della Vergine Madre

«È la Commedia Umana di Dante quella che ascoltiamo: sembra comporre il disegno di una famiglia e accompagnarci lungo le sei tappe di un pellegrinaggio nel mezzo del cammin di nostra vita: il viaggio che inizia, la donna Francesca, l’uomo Ulisse, il padre Ugolino, l’adolescente Piccarda, la Madre nella figura sublime della Vergine Madre. Sono parole incantatorie, quelle della Divina Commedia, parole taumaturgiche, rituali. Eternamente ripetute come le preghiere.

Dalla lettura dei canti scaturiscono storie.

Il lato oscuro di Ulisse, l’aspetto meraviglioso e terribile del padre, la santità dei bambini, la lussuria delle donne, la grandezza della madre.Un percorso ricco, sorprendente e, soprattutto, confortante. Come la preghiera. La poesia e l’arte sono una tregua per gli affanni degli uomini. A cantare e raccontare storie è una donna. Perché più spesso sono le donne a pronunciare, senza mediazioni, il desiderio di pace. E perché sicuramente l’anima ha una voce femminile. Da piccola sognavo di diventare santa. Ma non santa martire, perché il martirio di fatto non mi convinceva del tutto, semplicemente santa. Non sono diventata santa: ho fatto l’attrice. Per diventare santi bisogna pregare. Però raccontare storie è un po’ come pregare. Come ci insegna Italo Calvino ne Le città invisibili è cercare in mezzo all’inferno ciò che non è inferno e farlo durare, e dargli spazio. In questi ultimi tempi si può dire che sto pregando tanto.»

(Lucilla Giagnoni)

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Un percorso letterario, antropologico e spirituale per salire, attraverso i canti della Divina Commedia, dall’umana fragilità di Francesca alla sublime perfezione della Vergine Madre

«È la Commedia Umana di Dante quella che ascoltiamo: sembra comporre il disegno di una famiglia e accompagnarci lungo le sei tappe di un pellegrinaggio nel mezzo del cammin di nostra vita: il viaggio che inizia, la donna Francesca, l’uomo Ulisse, il padre Ugolino, l’adolescente Piccarda, la Madre nella figura sublime della Vergine Madre. Sono parole incantatorie, quelle della Divina Commedia, parole taumaturgiche, rituali. Eternamente ripetute come le preghiere.

Dalla lettura dei canti scaturiscono storie.

Il lato oscuro di Ulisse, l’aspetto meraviglioso e terribile del padre, la santità dei bambini, la lussuria delle donne, la grandezza della madre.Un percorso ricco, sorprendente e, soprattutto, confortante. Come la preghiera. La poesia e l’arte sono una tregua per gli affanni degli uomini. A cantare e raccontare storie è una donna. Perché più spesso sono le donne a pronunciare, senza mediazioni, il desiderio di pace. E perché sicuramente l’anima ha una voce femminile. Da piccola sognavo di diventare santa. Ma non santa martire, perché il martirio di fatto non mi convinceva del tutto, semplicemente santa. Non sono diventata santa: ho fatto l’attrice. Per diventare santi bisogna pregare. Però raccontare storie è un po’ come pregare. Come ci insegna Italo Calvino ne Le città invisibili è cercare in mezzo all’inferno ciò che non è inferno e farlo durare, e dargli spazio. In questi ultimi tempi si può dire che sto pregando tanto.»

(Lucilla Giagnoni)

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«È la Commedia Umana di Dante quella che ascoltiamo: sembra comporre il disegno di una famiglia e accompagnarci lungo le sei tappe di un pellegrinaggio nel mezzo del cammin di nostra vita: il viaggio che inizia, la donna Francesca, l’uomo Ulisse, il padre Ugolino, l’adolescente Piccarda, la Madre nella figura sublime della Vergine Madre. Sono parole incantatorie, quelle della Divina Commedia, parole taumaturgiche, rituali. Eternamente ripetute come le preghiere.

Dalla lettura dei canti scaturiscono storie.

Il lato oscuro di Ulisse, l’aspetto meraviglioso e terribile del padre, la santità dei bambini, la lussuria delle donne, la grandezza della madre.Un percorso ricco, sorprendente e, soprattutto, confortante. Come la preghiera. La poesia e l’arte sono una tregua per gli affanni degli uomini. A cantare e raccontare storie è una donna. Perché più spesso sono le donne a pronunciare, senza mediazioni, il desiderio di pace. E perché sicuramente l’anima ha una voce femminile. Da piccola sognavo di diventare santa. Ma non santa martire, perché il martirio di fatto non mi convinceva del tutto, semplicemente santa. Non sono diventata santa: ho fatto l’attrice. Per diventare santi bisogna pregare. Però raccontare storie è un po’ come pregare. Come ci insegna Italo Calvino ne Le città invisibili è cercare in mezzo all’inferno ciò che non è inferno e farlo durare, e dargli spazio. In questi ultimi tempi si può dire che sto pregando tanto.»

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«È la Commedia Umana di Dante quella che ascoltiamo: sembra comporre il disegno di una famiglia e accompagnarci lungo le sei tappe di un pellegrinaggio nel mezzo del cammin di nostra vita: il viaggio che inizia, la donna Francesca, l’uomo Ulisse, il padre Ugolino, l’adolescente Piccarda, la Madre nella figura sublime della Vergine Madre. Sono parole incantatorie, quelle della Divina Commedia, parole taumaturgiche, rituali. Eternamente ripetute come le preghiere.

Dalla lettura dei canti scaturiscono storie.

Il lato oscuro di Ulisse, l’aspetto meraviglioso e terribile del padre, la santità dei bambini, la lussuria delle donne, la grandezza della madre.Un percorso ricco, sorprendente e, soprattutto, confortante. Come la preghiera. La poesia e l’arte sono una tregua per gli affanni degli uomini. A cantare e raccontare storie è una donna. Perché più spesso sono le donne a pronunciare, senza mediazioni, il desiderio di pace. E perché sicuramente l’anima ha una voce femminile. Da piccola sognavo di diventare santa. Ma non santa martire, perché il martirio di fatto non mi convinceva del tutto, semplicemente santa. Non sono diventata santa: ho fatto l’attrice. Per diventare santi bisogna pregare. Però raccontare storie è un po’ come pregare. Come ci insegna Italo Calvino ne Le città invisibili è cercare in mezzo all’inferno ciò che non è inferno e farlo durare, e dargli spazio. In questi ultimi tempi si può dire che sto pregando tanto.»

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L’aristocrazia capitale dei Farnese, grondante di capolavori artistici ad ogni angolo

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I promessi sposi al bivio

Spettacolo teatrale di Paola Bigatto e Lisa Capaccioli
con Marco Ciccullo, Sara Dho e Alexandra Lovin
Presentazione e approfondimento di Pierantonio Frare docente di Letteratura Italiana dell’Univesità Cattolica

Tre ragazzi di fronte a una scelta importante trovano, nel capolavoro manzoniano, lo spunto per riflettere sulla propria vita e la forza per passare all’azione

I capitoli de I promessi sposi trattati nello spettacolo sono: I, IX, X, XI, XII, XIII, XXI, XXXV.

Alessandro, Carolina e Sofia indagano I promessi sposi in alcune zone cruciali, partendo dalla propria percezione di essere a un bivio, a una biforcazione, al centro di quell’y così presente nell’incipit manzoniano. Proprio il romanzo costringerà i ragazzi ad approfondire il concetto di scelta e a osservare diversi modi di assumersi o meno le proprie responsabilità. 

Don Abbondio è a un bivio ma ha paura, Gertrude sceglie senza la percezione di farlo, mentre Renzo, nei tumulti di Milano, delega alla massa e al suo ruolo di spettatore il proprio procedere.  E se quella dell’Innominato è una vera e propria conversione, altrettanto forte è la scelta di Manzoni autore che rinuncia, sul finale del romanzo, al passionale racconto della morte del cattivo per un alto fine narrativo. Aiutati da internet e dai mezzi tecnologici, di cui indagano possibilità e limiti, guidati da siti web e volumi cartacei, i giovani si imbattono in cinque zone del romanzo attraverso le quali affronteranno i grandi temi della responsabilità e della libertà. 

I promessi sposi prenderanno per mano i giovani, e li condurranno con passione e concretezza nel cuore del testo e delle sue problematiche.

una produzione

genere teatrale

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Presentazione e approfondimento di Pierantonio Frare docente di Letteratura Italiana dell’Univesità Cattolica

Tre ragazzi di fronte a una scelta importante trovano, nel capolavoro manzoniano, lo spunto per riflettere sulla propria vita e la forza per passare all’azione

I capitoli de I promessi sposi trattati nello spettacolo sono: I, IX, X, XI, XII, XIII, XXI, XXXV.

Alessandro, Carolina e Sofia indagano I promessi sposi in alcune zone cruciali, partendo dalla propria percezione di essere a un bivio, a una biforcazione, al centro di quell’y così presente nell’incipit manzoniano. Proprio il romanzo costringerà i ragazzi ad approfondire il concetto di scelta e a osservare diversi modi di assumersi o meno le proprie responsabilità. 

Don Abbondio è a un bivio ma ha paura, Gertrude sceglie senza la percezione di farlo, mentre Renzo, nei tumulti di Milano, delega alla massa e al suo ruolo di spettatore il proprio procedere.  E se quella dell’Innominato è una vera e propria conversione, altrettanto forte è la scelta di Manzoni autore che rinuncia, sul finale del romanzo, al passionale racconto della morte del cattivo per un alto fine narrativo. Aiutati da internet e dai mezzi tecnologici, di cui indagano possibilità e limiti, guidati da siti web e volumi cartacei, i giovani si imbattono in cinque zone del romanzo attraverso le quali affronteranno i grandi temi della responsabilità e della libertà. 

I promessi sposi prenderanno per mano i giovani, e li condurranno con passione e concretezza nel cuore del testo e delle sue problematiche.

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Tre ragazzi di fronte a una scelta importante trovano, nel capolavoro manzoniano, lo spunto per riflettere sulla propria vita e la forza per passare all’azione

I capitoli de I promessi sposi trattati nello spettacolo sono: I, IX, X, XI, XII, XIII, XXI, XXXV.

Alessandro, Carolina e Sofia indagano I promessi sposi in alcune zone cruciali, partendo dalla propria percezione di essere a un bivio, a una biforcazione, al centro di quell’y così presente nell’incipit manzoniano. Proprio il romanzo costringerà i ragazzi ad approfondire il concetto di scelta e a osservare diversi modi di assumersi o meno le proprie responsabilità. 

Don Abbondio è a un bivio ma ha paura, Gertrude sceglie senza la percezione di farlo, mentre Renzo, nei tumulti di Milano, delega alla massa e al suo ruolo di spettatore il proprio procedere.  E se quella dell’Innominato è una vera e propria conversione, altrettanto forte è la scelta di Manzoni autore che rinuncia, sul finale del romanzo, al passionale racconto della morte del cattivo per un alto fine narrativo. Aiutati da internet e dai mezzi tecnologici, di cui indagano possibilità e limiti, guidati da siti web e volumi cartacei, i giovani si imbattono in cinque zone del romanzo attraverso le quali affronteranno i grandi temi della responsabilità e della libertà. 

I promessi sposi prenderanno per mano i giovani, e li condurranno con passione e concretezza nel cuore del testo e delle sue problematiche.

una produzione

genere teatrale

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(Mercoledi) 10:00 - 12:30

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Spettacolo teatrale di Paola Bigatto e Lisa Capaccioli
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Tre ragazzi di fronte a una scelta importante trovano, nel capolavoro manzoniano, lo spunto per riflettere sulla propria vita e la forza per passare all’azione

I capitoli de I promessi sposi trattati nello spettacolo sono: I, IX, X, XI, XII, XIII, XXI, XXXV.

Alessandro, Carolina e Sofia indagano I promessi sposi in alcune zone cruciali, partendo dalla propria percezione di essere a un bivio, a una biforcazione, al centro di quell’y così presente nell’incipit manzoniano. Proprio il romanzo costringerà i ragazzi ad approfondire il concetto di scelta e a osservare diversi modi di assumersi o meno le proprie responsabilità. 

Don Abbondio è a un bivio ma ha paura, Gertrude sceglie senza la percezione di farlo, mentre Renzo, nei tumulti di Milano, delega alla massa e al suo ruolo di spettatore il proprio procedere.  E se quella dell’Innominato è una vera e propria conversione, altrettanto forte è la scelta di Manzoni autore che rinuncia, sul finale del romanzo, al passionale racconto della morte del cattivo per un alto fine narrativo. Aiutati da internet e dai mezzi tecnologici, di cui indagano possibilità e limiti, guidati da siti web e volumi cartacei, i giovani si imbattono in cinque zone del romanzo attraverso le quali affronteranno i grandi temi della responsabilità e della libertà. 

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I capitoli de I promessi sposi trattati nello spettacolo sono: I, IX, X, XI, XII, XIII, XXI, XXXV.

Alessandro, Carolina e Sofia indagano I promessi sposi in alcune zone cruciali, partendo dalla propria percezione di essere a un bivio, a una biforcazione, al centro di quell’y così presente nell’incipit manzoniano. Proprio il romanzo costringerà i ragazzi ad approfondire il concetto di scelta e a osservare diversi modi di assumersi o meno le proprie responsabilità. 

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mer26apr10:00mer12:30Who's Romeo10:00 - 12:30

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Proiezione del film e incontro con il regista Giovanni Covini
con Valentina Malcotti, Rosario Lisma e Francesco Migliaccio
Marilyn Adjalo, Valentina Bogdan, Leonardo Carralero, Assala Chahhoub, Jacopo Cremona, Laila Migdadi

Periferia di Milano. Gratosoglio, un quartiere a maggioranza musulmana. Sei ragazzi, provenienti da famiglie di fedi religiose diverse, si confrontano con Romeo e Giulietta di Shakespeare

«L’idea di Who’s Romeo nasce il 14 luglio del 2016, quando a Nizza un uomo alla guida di un autocarro travolge la folla che passeggia sulla Promenade des Anglais. La guerra fra due civiltà era sbarcata su un lungomare romantico seminando la morte. Sentivo il bisogno di incontrare dei giovani di entrambe le civiltà.

Civiltà che si erano poste l’una contro l’altra come schieramenti ma che rimanevano di per sé espressioni di grandi culture. Anche Montecchi e Capuleti erano due grandi famiglie che si erano poste in guerra. E anche in quel caso la guerra travolse l’amore dei giovani.

Il film è il racconto di questo viaggio.

Sei ragazzi del Gratosoglio, quartiere della periferia sud di Milano a maggioranza islamica, in parte cristiani in parte musulmani, in parte credenti e in parte no, affrontano guidati da una giovane regista la lettura di Romeo e Giulietta di Shakespeare. È così che sei estranei diventano un gruppo di amici. Atto per atto, Shakespeare viene letto, discusso, provato, recitato. La sua forza conduce i ragazzi a incontrare persone adulte dei più diversi mondi culturali e sociali. Li spinge ad aprirsi, a confidare e a confessare le speranze e i dolori che hanno nel cuore.»

(Giovanni Covini)

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In viaggio con Dante e Virgilio

Adattamento dalla Divina Commedia di Dante Alighieri

Regia di Ruggero Caverni
Cast Francesco Arioli, Ruggero Caverni, Stefano Gerace, Giulia Salis

 

Uno spettacolo in cui evocare le tappe fondamentali dell’inferno dantesco: dall’incontro insperato col maestro Virgilio agli orrori narrati dal conte Ugolino, dal racconto appassionato di Francesca da Rimini a quello epico di Ulisse, dai demoni della mitologia classica agli avversari politici di Dante. Un avvicinamento al verso dantesco come lingua viva attraverso una teatralizzazione dei passi fondamentali del poema. Il viaggio di Dante come metafora del cammino della vita, degli incontri con chi ci guida, chi ci spaventa e chi ci seduce, come riflessione sul proprio percorso, la propria esperienza e le proprie vocazioni.

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