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Nessun miracolo a Milano

lun11mar19:30Nessun miracolo a Milano19:30

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uno spettacolo di e con MASSIMILIANO SPEZIANI

testo RENATO GABRIELLI
spazio a cura di LUIGI MATTIAZZI
costumi di AURORA DAMANTI
assistente alla regia VIRGINIA LANDI e CLARA DIGIACOMO

A Milano, in un futuro non molto lontano, davanti alle rovine di un centro per l’arte contemporanea, Ferdy, un inquieto uomo di mezz’età, intrattiene un gruppo di bambini nell’attesa dell’improbabile ritorno dal cielo, a cavallo di una scopa, di un suo amico e mentore di tanti anni fa. Quell’amico si chiama Totò, proprio come il protagonista di Miracolo a Milano di Zavattini e De Sica. Ma la storia che Ferdy ricorda, o forse inventa lì per lì, è completamente diversa da quella del film.

Scritto di getto da Gabrielli durante il lockdown milanese per Speziani, che ha cominciato a metterlo in prova già nello stesso periodo, davanti ai condomini riuniti (a regolamentare distanza) nel cortile di casa sua, Nessun miracolo a Milano reagisce all’oscura incertezza del nostro presente con una favola malinconica e lucida, mai disperata. Il protagonista è un inquieto uomo di mezza età, con il suo fardello di ricordi e menzogne, che solo un grande artista saprebbe trasformare e rendere sopportabili, restituendo loro un senso. Insieme a un pubblico di presunti bambini, attende il ritorno di uno straordinario uomo di spettacolo, volato via nel cielo di Milano tanti anni fa. Ma tornerà davvero? Ci incanterà di nuovo con i suoi trucchi? Trucchi – non miracoli. Perché i miracoli non esistono, non sono mai esistiti, tanto meno a Milano….

 

“Estrarre la magia dal nulla, o quasi nulla: è così che funziona la vera arte. Finisce lo spettacolo e non ti rimane nulla, o quasi nulla, soltanto un senso di magia leggero e lo stupore di essere vivo, ancora.”

Totò (o la poesia) a cavallo di una scopa

di Diego Vincenti

È come se qualcuno ti prendesse per mano. Ma in maniera delicata, senza nemmeno stringere troppo le dita. E ti accompagnasse da qualche parte fuori dalle mappe. Nei territori della poesia. È un poquesta la sensazione di fronte alla nuova avventura di Renato Gabrielli e Massimiliano Speziani, una delle relazioni in assoluto più stabili a Milano. Non soltanto a teatro. Inizio caratterizzato da atmosfere sospese. Affidate al candore istrionico di Speziani. A cui calza a pennello questa solitaria figura archetipa in bilico tra la Commedia dellArte e il Ferdydurke dellomonimo romanzo di Gombrowicz, ladolescente perdigiorno nel corpo di un adulto. Ma poi piano piano, senza scossoni, si viene sedotti da un racconto di grandissima cura drammaturgica, piuttosto curioso nellispirazione (il film di De Sica, i disperati che prendono il volo, che così non danno nemmeno troppo fastidio), estremamente politico nel porre al centro della scena i rapporti di classe, il confronto tra ricchi e poveri, la rabbia che cova sotto la pandemia. Una sorta di divagazione zavattiniana. Con il protagonista di fronte ai resti di un museo darte contemporanea che racconta a dei bimbi/spettatori la storia del Totò cinematografico. La racconta come se la ricorda. Come si fa sempre. In attesa di un suo fantomatico ritorno, a cavallo della scopa. Chissà. Certo in questo futuro non troppo distante ce ne sarebbe pure bisogno. Magari con un pizzico di cattiveria antagonista in più. Sul palco è tutto ridotto allosso: parola, attore e spazio vuoto, oltre a una manciata di bastoni. E forse su questo ci si può concedere una riflessione, se aggiungere un paio di dettagli, unevocazione. Così come la durata risulta piuttosto impegnativa. Ma per il resto si parla di un lavoro agile e di gran cura, che sembra tornare a una matrice originaria del fare teatro. Fra rigore e pulizia. Senza perdere lucidità nella lettura del presente.

(Hystrio” 3/2022)

Orari

(Lunedi) 19:30

Luogo

Centro Culturale Asteria

Piazzale Francesco Carrara, 17, 20141 Milano

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